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14 Maggio 2021 | Vite da Collezione

Il museo dell’anima

Prima parte del racconto della vita di Luigi Magnani

Carmine Caputo

Se una raffigurazione su tela può forse immortalare le sembianze esteriori di un uomo, una casa, la sua casa, può conservarne la sua essenza, la sua anima.

Questo è particolarmente vero per Luigi Magnani e per le case che abitò: Villa Nibby a Roma, Palazzo Magnani a Reggio Emilia ma soprattutto il tenimento di Mamiano. La villa sorge a Traversetolo, nelle campagne tra Reggio Emilia e Parma, e non a caso oggi è chiamata la villa dei capolavori.

La villa, oggi sede della Fondazione Magnani Rocca voluta da Luigi in memoria dei suoi genitori, ospita opere d’arte di pittori del calibro di Dürer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya, Monet, Renoir, Cézanne, De Pisis. Senza considerare una delle più ampie collezioni di opere di Giorgio Morandi: la villa contiene ben cinquanta opere dell’artista bolognese, tra cui un raro dipinto eseguito su commissione.

Luigi Magnani fu professore, storico dell’arte, compositore, scrittore, critico, letterato, musicologo. Anche collezionista, benché non amasse questa definizione. E visitare la sua collezione è forse oggi il modo migliore per conoscerlo, perché la sua casa diventata museo è il suo ritratto, il ritratto della sua anima.

La biografia dedicata alla vita di Luigi Magnani è impreziosita dalla voce di Marzio Bossi dell’associazione Legg’io che interpreta in prima persona le parole del professor Magnani.

Foto tratte dal sito https://www.magnanirocca.it/

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