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26 Marzo 2011 | Paesaggio dell'anima

La bellezza inventata a Forlì

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

26 marzo 2011

Le musiche di questa puntata: Jordi Savall, Humus, Franco Battiato, King Crimson.  

Musica. Sainte-Colombe: Les Pleurs (eseguono Jordi Savall e Christophe Coin).

 Cari ascoltatori, sentite il suono della viola da gamba? Jordi Savall, che qui è in coppia con Christophe Coin, è considerato il miglior suonatore al mondo di questo strumento angelico. Perché angelico? Lo capite se andate a Forlì, ai Musei di San Domenico, per la grande mostra su Melozzo, uno dei maggiori artisti del Rinascimento, celebre per i suoi angeli musicanti. Si tratta di un gruppo di affreschi eseguiti intorno al 1476 nella volta dell’abside della chiesa dei Santi Apostoli a Roma, poi staccati e conservati nella Pinacoteca Vaticana. Oggi li vediamo da vicino in questa mostra. Eccolo là, l’angelo che suona la viola. Poi c’è quello che suona il liuto; e quello col tamburo; e il triangolo, la ribeca (una specie di mandolino), il tamburello … La musica celeste! Ma questi angeli musicanti hanno qualcosa di molto terrestre, molto umano. Lo si nota subito: sono belli. Fermiamoci un attimo. C’è qualcun altro che ci parla di angeli. E’ una band di Vignola (Modena), molto originale, che ha vinto un premio come migliori artisti di strada. Angeli, anche loro.    

Musica. Humus: L’angelo disse.

 Pensate ai fedeli che, nella chiesa affrescata da Melozzo da Forlì, sollevando gli occhi all’abside si trovavano sopra la testa quei cieli azzurri e quegli angeli bellissimi, rilucenti di azzurro e oro, con la frangia e i boccoli color miele! I canoni della “umana bellezza” vengono definiti nell’incredibile stagione che va dal 1450 al 1520 circa: settant’anni nei quali l’Italia, attraverso il genio dei suoi artisti – da Piero della Francesca a Raffaello passando per Mantegna e Perugino – riesce a dare forma alla trascendenza, incarnandola nella gloria e nello splendore del corpo umano. Il nostro Paese non vivrà mai più una vivacità culturale come quella del Rinascimento, quando era di guida al mondo. Quando la pittura di Melozzo nell’abside dei Santi Apostoli sfonda le volte, crea cieli meravigliosi, vortici di azzurro, tripudi di capelli mossi dal vento: è il cielo in una stanza, come nella canzone di Gino Paoli che ascoltiamo nella versione di Franco Battiato. Nella stanza senza più pareti entra l’immensità del cielo e la musica è quella degli angeli – musica di amore, cura e consolazione.

 Musica. Franco Battiato: Il cielo in una stanza (cover di Gino Paoli).

 Cari amici, la mostra “L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello”, che resterà aperta a Forlì fino al 12 giugno, ci svela una cosa importante: che senza Melozzo non sarebbero esistiti Raffaello e Michelangelo. Possiamo addirittura dire che l’idea occidentale di bellezza è stata inventata da un artista di Forlì. Gli angeli di Melozzo erano i ragazzi più belli che vivevano sotto il cielo d’Italia nel 1476 o giù di lì. La bellezza che s’incarnava nelle sembianze di uomini e donne, nelle Veneri botticelliane e negli angeli biondi di Melozzo, è gioia dei sensi, consolazione dell’anima, ombra di Dio sulla terra. Questo credevano i grandi artisti, il Beato Angelico, Mantegna, Perugino, Bramante, Piero, Melozzo e il divino Raffaello. Così grandi che sembravano camminare per aria, tanto erano sublimi i loro pensieri e la loro pittura.

 Musica. King Crimson: Walking on air

Quegli artisti, tra cui il nostro forlivese, hanno portato per la prima volta sulla terra la bellezza assoluta, perfetta, che stava in cielo. La bellezza degli dei è diventata accessibile agli uomini. Gli angeli di Melozzo sono il nostro stupore; stupore che la vita sotto il cielo possa essere così bella. Gli angeli rappresentano la nostalgia della bellezza perduta. Sono ciò che resta del sublime. Il poeta Rilke diceva che non possiamo chiedere niente agli angeli, che non possono aiutarci. Possono mostrarci uno spazio di purezza, che condividono con i morti. E’ uno spazio interiore, poetico, che non consola come gli adolescenti angelici di Melozzo. Siamo tutti angeli caduti. E il nostro paese è un paese caduto. Sentite quest’altra canzone dei King Crimson, Fallen angel:  “La vita che muore in città / neve bianca nelle strade laterali della fredda New York  City / macchiate del suo sangue / è andato tutto storto /  malato e stanco, triste cattivo e crudele / Dio solo sa per quanto tempo”. Angeli caduti, abbandonati dalla bellezza meravigliosa inventata da un uomo di Forlì intorno al 1476. 

 Musica. King Crimson: Fallen angel.

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