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19 Marzo 2011 | Paesaggio dell'anima

Morire a vent’anni

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

19 marzo 2011

Le musiche di questa puntata: Luisa Cottifogli, Giuseppe Verdi, Massimo Bubola, Riccardo Tesi & Banditaliana.  

Musica. Luisa Cottifogli: Entrata di Anita.

 Cari ascoltatori, questo brano di Luisa Cottifogli faceva parte di uno spettacolo del Ravenna Festival 2008 dedicato ad Anita Garibaldi. Ve l’abbiamo proposto perché vogliamo anche noi – nel nostro piccolo – dare un contributo alle celebrazioni dell’Unità d’Italia. Il 17 marzo abbiamo festeggiato il 150° anniversario della nascita dello Stato italiano. A Torino, in quel giorno di un secolo e mezzo fa, si riunì per la prima volta il Parlamento italiano. Oggi il tricolore sventola alle finestre: a Bologna, a Reggio Emilia – la città dov’è nata la nostra bandiera -, a Forlì, luogo natale di Aurelio Saffi, l’erede politico di Mazzini, in tutta la regione e nell’intera Italia. La speranza è che questa sia una festa capace di unire, e non dividere, la nostra giovane nazione. Per la quale molti giovani del tempo diedero la vita. Nel Museo del Risorgimento di Bologna è conservato un manifesto del 1860 che invitava i bolognesi ad andare a teatro a vedere “I Lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi per finanziare la spedizione dei Mille. Giuseppe Verdi era la colonna sonora del Risorgimento. Ascoltiamo un brano celebre de “I Lombardi”.   

 Musica. Giuseppe Verdi. I Lombardi alla prima crociata. O Signore dal tetto natio.  (Coro e Orchestra del Teatro alla Scala di Milano; direttore Claudio Abbado).

 Sapete perché ci è caro il Risorgimento? Perché la costruzione dello Stato unitario si deve a un gruppo di giovani ribelli, impulsivi, coraggiosi, romantici. Giovani rivoluzionari carichi di passione, incuranti di morire a vent’anni. Chi darebbe, oggi, la vita per un ideale? Ricordiamoli, questi bei nomi: Goffredo Mameli, Luciano Manara, Ippolito Nievo, i fratelli Bandiera, i fratelli Cairoli, Colomba Antonietti – tutti morti a venti o trent’anni, non di più. Molti di loro hanno avuto una vita spericolata: Piero Maroncelli, Felice Orsini, Carlo Pisacane, Giacomo Medici del Vascello, Silvio Spaventa, Giuseppe Cesare Abba. O una vita errabonda che li ha condotti agli estremi angoli del mondo: pensiamo a Nino Bixio, a Aurelio Saffi, soprattutto a Garibaldi, al quale il cantautore Massimo Bubola ha dedicato questa canzone.

  Musica. Massimo Bubola: Camicie rosse.

 I Mille sono, nella canzone di Bubola, una “flotta di studenti e di sognatori”. Doveva essere grande e puro, il sogno del Rinascimento. Quanti giovani si sono immolati per la difesa della Repubblica Romana nel 1849, nelle tre guerre d’indipendenza o per seguire Garibaldi nella sua inimitabile esistenza! Garibaldi fu marinaio e commerciante, maestro di scuola, agricoltore e corsaro, liberatore di popoli, generale, scrittore di romanzi. Nella notte tra il primo e il 2 agosto 1849, Garibaldi arriva a Cesenatico da Roma, braccato dalla polizia austriaca dopo il fallimento della Repubblica. I patrioti in fuga si sono sparpagliati su strade diverse, intraprendendo una lunga “trafila” di quattordici giorni per salvare il loro generale e permettergli di imbarcarsi per Venezia. Dal porto di Cesenatico, la “trafila” prosegue nelle valli di Comacchio, dove avviene la tragedia. Anita è al quinto mese di gravidanza. La fuga, a piedi, a cavallo, attraverso montagne e fiumi, ha conseguenze pesanti sulla sua salute, che peggiora vistosamente. Nelle paludi di Comacchio arriva stremata, perde conoscenza. Gli austriaci incalzano i fuggitivi. Garibaldi e il suo fedele tenente la caricano su una piccola barca e poi la trasportano su un vecchio materasso nella fattoria del patriota Guiccioli in località Mabdriole di Ravenna, dove Anita muore, il 4 agosto, a soli 28 anni. Sentiamo ancora Luisa Cottifogli nel brano del suo spettacolo che s’intitola proprio “Anita”.

 Musica. Luisa Cottifogli: Anita

 La festa di ballo associata alla rappresentazione dei “Lombardi” di Verdi nel gennaio 1860 doveva servire, secondo i patrioti bolognesi, a finanziare l’acquisto di “un milione di fucili”. Tutto era esagerato, passionale, romantico: la libertà andava conquistata a ogni prezzo. Tra le camicie rosse che intrapresero la spedizione dei Mille c’erano 39 emiliano-romagnoli. I bolognesi erano quattro: il veterano delle campagne garibaldine Bovi Campeggi e altri tre di ardente fede mazziniana. Un altro bolognese, Angelo Masini, nel 1849 aveva pagato di tasca sua le armi e i cavalli con cui dotare una trentina di “lancieri della morte” nella difesa di Roma repubblicana. Ugo Bassi, il sacerdote bolognese che assisteva i feriti nella battaglia di Roma e accompagnava Garibaldi nella trafila, fu giustiziato dagli austriaci nella sua città l’8 agosto 1849. Ora, Ugo Bassi, Bovi Campeggi, Angelo Masini, l’Otto Agosto, sono nomi di strade, di viali, di piazze. Ricordiamoli, questi eroi e questi avvenimenti lontani. E ricordiamo ancora Anita, eroina romantica, con questo brano di Riccardo Tesi e Banditaliana.  

 Riccardo Tesi & Banditaliana: Anita

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