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21 Febbraio 2015 | Paesaggio dell'anima

Musica e Risorgimento

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Alessia Del Bianco.

Lucio Dalla: Caruso.

Cari amici musicofili e non, eccoci di nuovo ad ascoltare un po’ di musica legata alla nostra regione. Un piccolo pezzo di mondo, l’Emilia-Romagna, che alla musica ha dato tanto, come dimostrano le nostre ultime puntate sui musicisti, i cantanti, i compositori nati o attivi in Emilia-Romagna. Oggi abbiamo iniziato con Lucio Dalla, il cantautore bolognese morto qualche hanno fa, che in una stanza d’albergo a Sorrento compose una delle sue canzoni più belle, quella dedicata a Enrico Caruso. In quella stessa stanza d’albergo il grande tenore napoletano aveva trascorso gli ultimi giorni della sua vita. Il rivale di Caruso era un tenore romagnolo, Alessandro Bonci, nato a Cesena nel 1870 e morto a Viserba di Rimini nel 1940. Ascoltiamolo ne “La donna è mobile” dal “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, tanto per restare tra i grandi artisti della nostra regione.

 Giuseppe Verdi: Rigoletto. La donna è mobile. Prima voce: Alessandro Bonci.  

 Cari amici, come Cesena ha dedicato il suo teatro ad Alessandro Bonci, il rivale di Caruso, così Sant’Agata Feltria, un paese in provincia di Rimini, ha dedicato il proprio teatro, bellissimo, tutto in legno, costruito nel Seicento, ad Angelo Mariani, il rivale di Giuseppe Verdi. Nato a Ravenna nel 1821, Mariani fu uno dei più grandi direttori d’orchestra del suo tempo. Fu anche compositore, come sentiremo poi. Allievo di Gioacchino Rossini, iniziò la carriera dirigendo la banda comunale di Sant’Agata Feltria. Le prime esperienze significative di direttore d’orchestra Mariani le ebbe con Giuseppe Verdi, di cui diresse alcune opere a Milano. Una direzione appassionata del Nabucco gli creò problemi con la polizia austriaca, negli anni impetuosi del Risorgimento. Nel 1846 Verdi voleva Mariani come direttore della prima del Macbeth a Firenze, ma non fu possibile. Il sodalizio dei due continuò anche dopo l’esperienza di Mariani al teatro di corte di Copenaghen nel 1848 e  a Costantinopoli negli anni 1850-51, per incrinarsi poi per una questione di cuore.

 Angelo Mariani: Ad un fiume.

 Sembra, cari ascoltatori, che Mariani, rientrato in Italia da Copenaghen per arruolarsi come volontario nella guerra contro l’Austria, avesse poi avuto una tresca con la cantante prediletta da Verdi, la boema Teresa Stolz. I due sarebbero probabilmente arrivati a sposarsi, se non fosse intervenuto Verdi, geloso, innamorato e forse amante anche lui del soprano. La moglie di Verdi, Giuseppina Strepponi, fece da paciere nel triangolo, fingendo di considerare la Stolz una cara amica. Questa era diventata celebre nel 1867 per l’interpretazione di Elisabetta di Valois nella prima italiana del Don Carlo di Verdi diretta da Mariani, ed era stata la prima Aida, debuttando nel personaggio alla Scala di Milano l’8 febbraio 1872. E fu anche soprano solista alla prima del Requiem di Verdi il 2 maggio 1874.   

 Giuseppe Verdi. Aida. Atto III. O cieli azzurri. Soprano: Renata Tebaldi.

 La rottura tra Mariani e Verdi si consumò nel 1871, quando Mariani fu lasciato da Teresa Stolz. I dissapori tra i due musicisti riguardarono anche la prima mondiale dell’Aida al Cairo, che l’emiliano Verdi chiese al romagnolo Mariani di dirigere, trattenendo con sé a Milano il soprano nato nell’impero austriaco. Impero contro il quale aveva lottato un altro musicista romagnolo, Pietro Maroncelli, nato a Forlì, con studi a Napoli, dove ebbe come compagno Gaetano Donizetti, e a Bologna. Nel 1819 fu arrestato a Milano per la sua attività nella carboneria e condannato insieme a Silvio Pellico al carcere duro nella fortezza di Spielberg in Moravia: su quell’esperienza, che a Maroncelli costò l’amputazione di una gamba, Silvio Pellico scrisse Le mie prigioni. Graziati insieme nel 1830, Maroncelli andò esule prima a Parigi e nel 1833 a New York, dove divenne amico dell’anziano librettista di Mozart, Da Ponte, e di Edgar Allan Poe, e dove morì nel 1864. Intanto in Italia, pochi anni dopo, nel 1871, Angelo Mariani si prese la sua rivincita su Verdi dirigendo al Teatro Comunale di Bologna la prima italiana del Lohengrin di Wagner, il musicista anti-verdiano per eccellenza, l’unico che avrebbe potuto oscurare la fama del “cigno di Busseto”. Infatti Verdi, nascosto in un palco di second’ordine al Comunale di Bologna, masticava amaro: era quella di Wagner la musica dell’avvenire …

 Richard Wagner: Lohengrin. Atto III. Einsam in Trüben Tagen. Canta Joan Sutherland.

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