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12 Dicembre 2006 | Paesaggio dell'anima

N°39-UNA CITTA’, UNA STORIA

Alla scoperta di Sydney, Australia, con Raffaella Buttini. Seconda puntata.

Andiamo alla scoperta della bella città di Sydney in Australia in compagnia di Raffaella Buttini, redattrice di Reporter, il sito dei giovani emiliano romagnoli nel mondo e responsabile dei giovani del neo eletto comitato dell’Associazione Emilia Romagna di Sydney e Wollongong.

Raffaella ci parla della città dove è nata e cresciuta: nella prima puntata ci ha raccontato un po’ la storia di questa bellissima città e di quello che si può fare e vedere. In questa puntata invece, ci racconta degli australiani, di come si vive a Sydney e delle comunità di italiani e di emiliano romagnoli.

 I primi australiani erano dei detenuti inglesi e irlandesi deportati nella nuova colonia, ma dal 1800  iniziarono ad arrivare anche immigranti dal resto d’Europa. Camminando per le strade di Sydney, sono molto evidenti gli oltre 200 anni di immigrazione da tutte le parti del globo. Tra gli europei gli italiani e i greci sono i più numerosi. Dal medio-oriente, i libanesi e gli egiziani. Ormai, negli ultimi anni, si è effettuata una immigrazione di massa degli asiatici: cinesi, coreani, vietnamiti e indiani. Questo rende Sydney, un “melting pot” del mondo, dove tutte le nazionalità vivono in armoina in una comunità multietnica e multiculturale, tranne qualche piccolo incidente isolato di razzismo come quello dell’anno scorso a Cronulla.

È dunque impossibile definire l’Australiano tipico perché proprio non esiste! In genere gli australiani sono un popolo tranquillo e molto rilassato, adorano lo sport e la spiaggia, lavorano tanto. Si rilassano andando al pub, facendo grigliate o come vengono chiamati qui “Barbecue” e buon senso dell’humour.

A Sydney esistono molti stereotipi associati ai tantissimi sobborghi di Sydney. Esistono i sobborghi dei ricchi, quelli dei poveri, quelli associati ad una particolare etnia, altri invece associati a stili di vita, quelli universitari, quelli dei McMansions (case enormi ma di poco valore), quelli degli stravaganti ecc. Insomma, cè un sobborgo per tutti!

La vita quotidiana del Sydneysider (cioè l’abitante di Sydney) medio è composta da tantissime ore di viaggio. Visto che la maggior parte dei Sydneysiders abita nei sobborghi periferici, ma lavora in città, deve fare fino a due ore di viaggio per arrivare sul posto di lavoro. Certi guidano, ma la maggior parte fa il pendolare in autobus o in treno. I bambini e i ragazzi di scuola frequentano la scuola rigorosamente in divisa, e spesso divisi in scuole femminili e maschili. Nel NSW  si inizia ad andare a scuola a 5 anni e si finisce a 18. Si fanno 7 anni di elementari e 6 di superiori, ma gli ultimi due anni non sono d’obbligo. Per frequentare l’università bisogna completare gli ultimi due anni ed ottenere voti alti per entrare alle varie università, che sono tutte a numero chiuso. Certi corsi, per esempio medicina e legge, si possono iniziare solo dopo aver già una qualifica universitaria e una media alta (le cose comunque sono diverse in ogni stato). I corsi universitari durano dai 3 ai 4 anni, le doppie lauree 5 anni e se uno vuole laurearsi con lode (qui chiamato Honours) normalmente deve essere nominato dalla facoltà e  seguire un altro anno per presentare una tesi, di solito non richiesta.

E veniamo alle nostre comunità:gli italiani sono moltissimi e sono sparsi per tutta Sydney. La maggior parte degli italiani in Australia sono meridionali soprattutto di orgine siciliana e calabrese ma ci sono anche tanti veneti ed è possibile trovare perfino “qualche” emiliano-romagnolo! Una buona  parte sono andati a vivere nella città di Wollongong,  ma se ne trovano anche a Sydney.  Negli ultimi anni c’è una nuova tendenza, molti emiliani e romagnoli che vengono a fare una vacanza-lavoro in Australia e decidono di rimanere a Sydney.

In considerazione della poca presenza di emiliano-romagnoli, il gruppo di Wollongong e quello di Sydney hanno deciso di riunirsi e formare un’unica associazione, che organizza feste varie ed eventi culturali per diffondere  la cultura dell’emilia-romagna.

Comunque, la presenza degli italiani in generale è gia più che apprezzata a Sydney. A Leichhardt, il quartiere italiano di Sydney, si possono trovare tanti ristoranti e pizzerie che offrono la bontà della cucina italiana. Ci sono perfino gelaterie, molti bar e supermercati che vendono prodotti importati e salumi locali. Questa abbondanza di cultura culinaria ha scatenato fra gli australiani, non solo un apprezzamento per tutto ciò che è italiano ma ha dato via ad un graduale processo di italianizzazione della società che non è ristretto solo al cibo. Infatti, molti adulti frequentano corsi serali per studiare la lingua e la cultura, l’italiano viene insegnato in molte scuole (e esiste anche una scuola bilingue italiana), all’università viene studiata la letteratura e la storia italiana, gli australiani adorano i nostri vini, vanno in giro con le vespe e guidano Fiat, Alfa Romeo e Ferrari, bevono Lavazza e Segafredo, apprezzano Campari e Birra Moretti, vestono non solo Versace e Armani ma anche Diesel e Miss Sixty e vanno a vedere film italiani.

Molti australiani definiscono i Sydneysiders come la “latte society”, riferendosi al fatto che a Sydney è consuetudine prendere un “latte”, cioè un caffelatte, dopo tutti i pasti. Ad un italiano può sembrare una cosa strana e disgustosa, ma per gli australiani significa l’essere chic e sofisticati . . . come gli italiani. Hanno ancora qualcosa da imparare ma siamo sulla buona strada.

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