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24 Gennaio 2015 | Paesaggio dell'anima

Nelle sonate di Corelli la meraviglia del creato

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Radighieri.

Arcangelo Corelli: Concerto grosso op. 6 n. 4, parte I.

Cari amici, riprendiamo il nostro viaggio in Romagna sulle tracce dei luoghi – e, là dove ancora esistono, delle case – dei musicisti nati in questa regione o legati in qualche maniera ad essa. Per alcune puntate seguiremo il percorso tracciato dal volume «Le case degli artisti in Emilia-Romagna», scritto dai giornalisti Daniela Piccinini e Fabio Raffaelli per le edizioni Pendragon di Bologna.
Abbiamo dedicato la prima puntata del nostro viaggio alla musica popolare, ma il brano di Arcangelo Corelli con il quale abbiamo aperto la trasmissione di oggi, ci ricorda il contributo che i romagnoli hanno dato anche alla musica colta. Il collegamento tra musica popolare e musica classica ci viene, ad esempio, dalla scuola di musica di Cesena dedicata ad Arcangelo Corelli, alla quale a tredici anni si iscrisse Secondo Casadei, il più noto interprete della musica da ballo, oggi riscoperto da molti protagonisti della scena contemporanea. Ma veniamo a Corelli, l’immenso Corelli, uno dei più grandi maestri del Settecento e una leggenda per i secoli a venire.  Ciò che lo rende immortale è, oltre alla sua bravura come violinista, la perfezione formale che traspare dalle sue composizioni. Ascoltare, per credere, questa sonata.

Arcangelo Corelli: Sonata n. 1 in fa maggiore, op. 1, parte II. Allegro.

Nonostante questa perfezione, i brani di Corelli non risultano mai dei puri esercizi accademici come in tante composizioni della sua epoca, ma conservano una spinta energica e una cantabilità con pochi paragoni. E quando parliamo di perfezione, ci riferiamo naturalmente anche alla forma musicale del “concerto grosso”, alla quale diede un grandissimo contributo. Arcangelo Corelli è nato a Fusignano il 17 febbraio 1653, come risulta dall’atto di battesimo conservato nella parrocchia di San Giovanni. Non si hanno notizie della sua casa natale, ma si sa che, dopo i primi studi a Faenza e a Lugo, nel 1670 fu accolto nell’Accademia Filarmonica di Bologna, e che solo cinque anni dopo approdò a Roma, su invito dei cardinali suoi mecenati. La sua fama lo portò ovunque in Europa: si esibì in Germania, alla corte di Napoli e per la regina di Svezia, per la quale compose alcune sonate. Morì nel gennaio 1713 a Roma, dove si era ritirato in volontario esilio al culmine della fama. La sua tomba si trova al Pantheon, tra i grandi. Ed è vero, come canta Franco Battiato in Inneres Auge, che «mi basta una sonata di Corelli / perché mi meravigli del creato!».

Franco Battiato: Inneres Auge.

Ma Corelli, cari amici, non è l’unico grande talento musicale espresso dalla terra di Romagna. Abbiamo altri compositori e virtuosi del violino, come Marco Uccellini e Carlo Tessarini, il violoncellista e organista Giovanni Battista Cirri e il compositore Giuseppe Sarti, di cui Mozart utilizzò un’aria nel Don Giovanni. Con Marco Uccellini siamo in pieno Seicento, dunque circa mezzo secolo prima di Corelli. Il suo paese natale, e anche quello dove morì, è Forlimpopoli. La sua esistenza si svolse tra il 1603 e il 1680, un lungo arco di tempo durante il quale Uccellini compose oltre 300 brani di musica strumentale e pubblicò nel 1649 la prima musica dedicata al solo violino e basso continuo. Fu attivo nella Modena del duca Francesco I d’Este e nella Parma di Ranuccio II Farnese, col prestigioso incarico di maestro di cappella della cattedrale. Uccellini fu uno sperimentatore: nella tecnica della mano sinistra del violino introdusse la sesta posizione e fu il primo a usare la scordatura per variare il timbro dello strumento.

Marco Uccellini: Aria V “Sopra la Bergamasca”. Libro III (N. McGegan & The Arcadian Academy).

Il brano che vogliamo farvi ascoltare in chiusura è di un altro grande violinista e compositore, Carlo Tessarini, nato a Rimini intorno al 1690 e morto probabilmente ad Amsterdam dopo il 15 dicembre 1766, data nella quale fu cancellato ad Arnhem, in Olanda, un suo concerto, e che è anche l’ultima notizia sul suo conto. Il repertorio di Tessarini è solo strumentale e consiste prevalentemente di concerti, sonate e duetti. Le fonti ci dicono che nel 1720 è violinista in San Marco a Venezia, e che in seguito lavorò a Urbino, Roma, Parigi, Londra, in Germania e in Olanda. A Brno, oggi in Repubblica Ceca, nel 1734 fu direttore di musica nella residenza del cardinale Wolfgang Hannibal Schrattenbach. A Londra nel 1747 fu assunto per alcuni mesi come capo dell’orchestra di Ruckhold House che animava l’ora di colazione dei lunedì mattina estivi con musica e danze. In Olanda nel 1760 e 1761 sono ricordati due concerti con la cantante portoghese Luisa Severino. Insomma, un giramondo che portava la sua arte là dove era richiesta. Tanti saluti, cari amici, dal vostro scrivano, o scribacchino, Claudio Bacilieri e dal vostro lettore Fulvio Redeghieri.

Carlo Tessarini: Concerto per violino n. 1, op. 1. I. Allegro.

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