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17 Luglio 2010 | Paesaggio dell'anima

O dolcezze amarissime

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

17 luglio 2010

Le musiche di questa puntata: H. W. Henze, Ensemble Bradamante, Pierre Phalèse, Roberto Formignani, Luzzasco Luzzaschi.  

Musica. H. W. Henze: Compianto (da Ariosi for soprano, violin and orchestra on Poems by Torquato Tasso).

Cari ascoltatori, la musica del maestro Henze, uno dei grandi compositori contemporanei, ci riporta ai notturni, alle ombre scure, alle selve “orride e spesse” di Torquato Tasso.
La settimana scorsa abbiamo chiuso la prima puntata del nostro viaggio nella città estense con “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori” dell’Ensemble Bradamante diretto da Paolo Vivaldi. In questa lettura musicale del poema dell’Ariosto, le melodie della piccola orchestra da camera incontrano sonorità persiane e indiane. Com’è noto, l’Orlando furioso fu pubblicato per la prima volta a Ferrara nel 1516 e in versione definitiva nel 1532. Da allora ebbe moltissime edizioni e si sono scatenate sulle nostre teste, con epicentro a Ferrara, le vicende di eroi cavallereschi che sono la metafora di ogni avventura, di ogni impresa spinta dalla follia o dal sogno. La musica dell’Ensemble Bradamante evoca un mondo fantastico di cupe foreste, castelli incantati, battaglie sui litorali, collocato in un’Asia immaginaria suggerita dagli strumenti della tradizione orientale.

Musica. Ensemble Bradamante: La battaglia (da “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”).

Dice lo scrittore Gianni Celati che gli eroi cavallereschi sono destinati a girare a vuoto in preda a una follia fantastica. Tutti inseguono vane immagini: duelli, gesta eroiche, e soprattutto l’incanto amoroso – la trappola tessuta con fili d’oro, con i capelli biondi di una fanciulla. Tutti si perdono in un dedalo di vagabondaggi, andando “dietro a qualcosa senza una meta, ma trascinati da un richiamo”. Le vane immagini sono lo schermo su cui gli eroi proiettano il film del loro desiderio.

Musica. Pierre Phalèse: Pavane e Gaillarde Ferrareze (esecuzione: Le Rossignol).

È questo senso di sperdimento che ci dà Ferrara: una fuga di linee che porta in più direzioni – la Ferrara medievale di via delle Volte e dei merletti gotici della facciata del Duomo; quella rinascimentale dell’Addizione Erculea, cioè dell’invenzione urbanistica che traduce in mattoni e marmo, in strade larghe e dritte, il sogno classico di Leon Battista Alberti; la città del silenzio; la città metafisica di De Chirico e quella dei “nudini rosa” di De Pisis; la Ferrara dei giardini segreti, delle biciclette; la Ferrara ebraica e quella di Michelangelo Antonioni; la Ferrara delle ragazze della corte estense, eternate nel Salone dei Mesi di palazzo Schifanoia, e quella di Micol Finzi-Contini, la bocca che tutti, e non solo Giorgio Bassani, avremmo voluto baciare. Infine la Ferrara di oggi che vira al blues, come vuole l’intrepido Roberto Formignani, presidente dell’Associazione Musicisti e bluesman d’eccezione.    

Musica. Roberto Formignani: Grass & Blue

Quando arriva a Ferrara, nel 1594, il principe Gesualdo da Venosa, sublime musicista, ha già compiuto il fatto: l’assassinio della sua sposa e del suo amante, sorpresi insieme. A Ferrara, Gesualdo viene per sposare una cugina del duca, ma soprattutto per la musica: accompagnato dai suoi musicisti napoletani, vuole perfezionare presso Luzzasco Luzzaschi l’arte del comporre madrigali. Luzzaschi, mago del clavicembalo, era stato messo da Alfonso II a dirigere la prima cappella d’Europa, forte di un centinaio di musicisti, vanto della corte estense. Luzzaschi era anche l’animatore, per il concerto segreto della duchessa Margherita, del primo complesso di musiciste professioniste della storia musicale europea, chiamato “Concerto delle Dame”. Le ultime componenti di questo trio femminile, sciolto nel 1598 con la devoluzione del ducato, furono l’arpista Laura Peverara, la violista da gamba Livia d’Arco e la liutista Anna Guarini: erano capaci sia di cantare sia di suonare, suscitando l’ammirazione e l’invidia delle altre corti italiane. Anche Anna Guarini, incantevole soprano, figlia del poeta Giambattista, finì uccisa dal marito per un presunto tradimento, come la moglie di Gesualdo da Venosa. 

Musica. Luzzasco Luzzaschi: O dolcezze amarissime d’amore (da “Le concert secret des Dames de Ferrare”; interpreti: Doulce Memoire et Denis Raisin Dadre).

O dolcezze amarissime d’amore! La sensualità della corte, raffigurata in palazzo Schifanoia in una scena lasciva nel Salone dei Mesi (aprile è il mese galeotto), si spegne con il ritorno di Ferrara allo Stato Pontificio. Le altre corti approfittano della situazione per creare una scena musicale simile a quella ferrarese. I Gonzaga a Mantova ingaggiano un trio di sorelle musiciste, le Avogadri, mentre il granduca di Firenze invia a Ferrara il suo musicista più famoso per copiare l’idea. Ma è Roma ad appropriarsi della creatività estense, facendo pubblicare al Luzzaschi nel 1601 una parte dei madrigali del segretissimo “Concerto delle Dame”, e accogliendo un suo allievo ferrarese, Girolamo Frescobaldi, che subito si guadagna il posto di organista in San Pietro per le sue capacità virtuosistiche. Morto Luzzaschi, è il marchese ferrarese Enzo Bentivoglio, nipote del duca di Ferrara e del poeta Giambattista Guarini – autore della maggior parte dei testi dei madrigali per le Dame – a ricostruire a Roma, dov’è giunto nel 1609 come ambasciatore, il Concerto delle Dame. Nel suo palazzo ospita i concerti di un trio di dame – Angela, Lucrezia e Lucia – accompagnate da Piccinini al liuto e Frescobaldi al clavicembalo, mentre l’arpa è suonata dalla stessa Lucrezia. Virtuosismi canori e strumentali sui testi del Guarini, per le nostre dolcezze amarissime d’amore. 

Musica. Luzzasco Luzzaschi: O Primavera (dal “Concerto delle Dame di Ferrara” con Marinella Pennichi e Sergio Vartolo).


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