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28 Luglio 2012 | Paesaggio dell'anima

Angelica che fugge

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

28 luglio 2012


Le musiche di questa puntata: Michael Nyman, Giuni Russo, Paolo Fresu & Uri Caine, Scott Walker, G. F. Handel.

Musica. Michael Nyman: Diary of Love.

Sentite la delicatezza di queste poche note di pianoforte: è il “diario d’amore” di Michael Nyman, cui rendiamo omaggio per il concerto di beneficenza per i terremotati della nostra regione, il 2 luglio alla Rocca Sforzesca di Imola. Cari amici, passeremo l’estate a nutrirci di poesia, a rileggere i poemi. I poemi studiati al liceo e perciò odiati, fino a quando ci è venuta voglia di riprenderli in mano in tutta libertà, dopo che vi abbiamo scoperto una semplice verità, intorno alla quale girano gli intrecci sia dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto sia della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. La verità è che l’amore è frutto di magia: l’amore che lega Rinaldo ad Armida nella Gerusalemme, come gli incantesimi con cui, nell’Orlando, la maga Alcina cattura i paladini. L’amore, d’altra parte, è anche un gioco: si fugge per essere presi. Un gioco che può finire male.

Musica. Giuni Russo: Morirò d’amore.

E’ pericoloso, l’amore. L’amore che Giuni Russo cantava come nessun’altra – l’amore fisico e l’amore spirituale, due facce della stessa medaglia, come nell’opera di Torquato Tasso. Inutile dire che Ariosto e Tasso erano i poeti di Ferrara: il primo, nato a Reggio Emilia, vi si trasferì a dieci anni, e a 29, nel 1503, tre anni prima di iniziare a scrivere il Furioso, entrò al servizio del cardinale Ippolito d’Este, figlio del duca Ercole I. Torquato Tasso arrivò a Ferrara nel 1565 al servizio del cardinale Luigi d’Este e, poi, del duca Alfonso II. Nella città estense scrisse il Rinaldo, l’Aminta e la Gerusalemme Liberata. Per le sempre più frequenti crisi di follia si allontanò dalla città, cui fece ritorno nel 1579, giusto in tempo per insultare il duca nel bel mezzo del matrimonio con Margherita Gonzaga e farsi internare come pazzo nell’Ospedale di Sant’Anna, dove rimase rinchiuso sette anni. Sulla Gerusalemme Liberata è basato il libretto di Giacomo Rossiperil Rinaldo di Georg Friedrich Handel del  1711. Vi facciamo ascoltare la celebre aria “Lascia ch’io pianga” nella mirabile trascrizione di Paolo Fresu e Uri Caine.

Musica. Paolo Fresu & Uri Caine: Lascia ch’io pianga (Aria dal “Rinaldo” di Haendel).

Come ha notato lo scrittore emiliano Gianni Celati nella sua lettura dell’Orlando Furioso, quelli dell’Ariosto sono “eroi che girano a vuoto”. Scrive Celati: “All’inizio del poema, Angelica che fugge nella selva ci trascina subito in un mondo dove tutti agiscono in stati di incantamento o di fissazione prodotti dal gioco della sorte. La bella Angelica fugge sul suo palafreno dal campo cristiano e incontra il paladino Rinaldo, che lei detesta fin dal poema di Boiardo perché ha bevuto alla fontana del disamore, mentre Rinaldo l’ama e l’insegue perché ha bevuto l’acqua dell’amore (..). Tutto sboccia di qui, su uno sfondo di vita vegetale, dove ci sono solo percorsi erratici, gesti iperbolici, meraviglie dell’amore e dell’odio, e dove ognuno si perde correndo dietro alle proprie fissazioni”. Ecco la morale, se ce n’è una: ognuno corre dietro le proprie fissazioni, vanamente. “Subito, con Angelica che fugge e i suoi spasimanti che l’inseguono, duellano, ansimano per possederla, ma poi non combinano niente, c’è il senso d’un girare a vuoto che pare insensato, vano e mattoide. Questi eroi che girano a vuoto sembra che non sappiano cosa stiano facendo, trascinati dai furori maniacali dell’amore e dell’odio”, aggiunge Celati.

Musica. Scott Walker: Angelica.

Angelica è l’oggetto del desiderio. Tutti inseguono Angelica che fugge. C’è una mobilità continua: la meta si allontana ogni volta che si avvicina, lasciandoci smarriti tra “vani sentieri”. Quello che ci piace, nel poema dell’Ariosto, è che il senso di sperdimento si tramuta in incanto: “l’incanto – scrive Celati – di quando si va dietro a qualcosa senza una meta, ma trascinati da un richiamo. Ed è come se un segnale si muovesse davanti ai nostri occhi, ipnotizzandoci con la sua mobilità, in un disegno labirintico”. La maga Alcina trasforma in piante o in pietre gli innamorati che non le vanno più a genio, com’è successo ad Astolfo e come sarebbe successo a Ruggiero se, mentre aspettava Alcina per passare una notte con lei, non fosse stato salvato dalla maga buona Melissa, capace di rompere l’incantesimo. Ma siamo sicuri di volerci salvare? Di voler rompere l’incantesimo? O non siamo – invece – attratti dall’isola incantata, dalle arti malefiche di Alcina? Diamo voce all’Alcina di Arleen Auge´r nell’aria “Ombre pallide” dell’opera di Handel adattata dall’Orlando Furioso, eseguita dalla City of London Baroque Sinfonia.

 Musica. G. F. Handel: Alcina. Atto II, scena XIII, Aria: Ombre pallide, lo so, mi udite. (esecuzione City of London Baroque Sinfonia; sopranoArleen Auge´r).

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